Non solo tutela del risparmio, erogazione di prestiti e servizi finanziari. La Cassa Rurale Dolomiti di Fassa, Primiero e Belluno, fedele al proprio DNA di società cooperativa e quindi, per sua stessa natura, particolarmente attenta alle esigenze delle comunità di cui fa parte e in cui vive, ha dotato nei mesi scorsi alcune sue filiali del Bellunese di un’apparecchiatura DAE, ovvero il defibrillatore automatico esterno. I defibrillatori, tutti di nuova generazione, sono stati posizionati all’ingresso delle agenzie di Falcade, Bribano di Sedico e Feltre, dove giovedì sera si è tenuta una breve incontro di presentazione rivolto alla popolazione, con l’obiettivo soprattutto di far conoscere ai l’esistenza e la disponibilità delle strumentazioni. I sistemi DAE sono infatti posizionati in luogo aperto e accessibile al pubblico, a disposizione per un eventuale utilizzo qualora ve ne fosse la necessità.

Alessandro Scopel, consigliere di amministrazione per la Valbelluna della Cassa Rurale Dolomiti ha sottolineato l’importanza del progetto che, nel solco delle finalità mutualistiche a cui tende il bilancio sociale dell’istituto di credito, volge lo sguardo questa volta ad un tema delicato come quello della salute e – nello specifico – della diffusione di un salvavita quale il defibrillatore. “E’ un’iniziativa ad ampio spettro, ha continuato il responsabile dell’area bellunese della Cassa Rurale Dolomiti Eddy Fontanive: nell’arco di due anni tutte le 23 filiali della banca saranno dotate di DAE; avvieremo inoltre, ha aggiunto Fontanive, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, dei corsi per abilitare alcuni nostri dipendenti, ma non solo, al corretto utilizzo dell’apparecchiatura”.

Il dottor Mauro Fantinel, cardiologo presso l’ospedale di Feltre e da molti anni attivo fautore di una diffusione capillare della cultura del defibrillatore, ha poi spiegato ai presenti quali sono le caratteristiche di funzionamento dei nuovi DAE, ma soprattutto quali e quante sono le potenzialità di salvare una vita umana grazie al loro utilizzo e alla pratica del massaggio cardiaco. “Molto è stato fatto, – basti pensare, a titolo di esempio,  all’impegno profuso su più fronti nelle scuole e nel mondo sportivo, per far conoscere l’uso del defibrillatore soprattutto alle giovani generazioni -, ma ancora resta molto da fare”, ha detto tra l’altro Fantinel; “con l’aiuto della legislazione speriamo di portare avanti questa pratica di salute e civiltà in maniera sempre più capillare, come avviene già da tempo in altri paesi europei”.